Edmond Volponi

Edmond Volponi

giornalista

UNA STORIA D'AMORE

Verba volant, dicono. Per i comuni mortali si diluiscono rapidamente nell'atmosfera. Per gli artisti si trasformano in bellissimi uccelli che, un giorno o l'altro, si posano nel loro immaginario e diventano realtà. Così, qualche parola scambiata a proposito di un progetto di mostra sulla vita di Santa Caterina da Siena, molto senese e momentaneamente avignonese, ha fatto scaturire il ciclo cateriniano di cui si nutre, da qualche anno, l'opera di Enzo Santini. Esiste a volte un rapporto di forza e di tenerezza tra il pittore e la sua eroina. A leggere i suoi quadri non si riesce a capire se considera di più la donna o la santa, o viceversa. Apparentemente le serba rancore, e lo esprime con crudezza, per aver popolato i suoi incubi da bambino che si trascinava a San Domenico in un pellegrinaggio imposto. La Santa Testa, questo ritratto ultra realistico di Caterina, la sua vera testa esposta lì da secoli e di cui le deformazioni del tempo hanno, per le menti infantili, aggiunto la paura alla venerazione, non lo perseguitano più, ma si ricorda di questo raffronto e lo dice ferocemente.

Al contrario, è riconoscente alla Santa per aver convinto il papa a lasciare Avignone e tornare a Roma. Esalta l'incontro e l'avvenimento in una composizione dove non manca niente, né l'imponente cittadella che sta per lasciare, né il trono di cui si deve mantenere la perennità, né l'imbarcazione che lo porterà via rendendo fragile il tempo di un viaggio rischioso, né la tonalità dei cieli di Provenza simili alle volte azzurre della Toscana, né la serenità ispirata dalla Santa, né la maestà inquieta del Pontefice. E' così che il ciclo cateriniano va da contestazioni ad approvazioni, da repulsione ad amore. Si, è una vera storia d'amore che si è intrecciata tra il pittore e il suo soggetto. La personalità di Enzo Santini, sia uomo che artista, è qui, riassunta in questo atteggiamento. Maestro nel proprio mestiere, nel contestarlo di continuo, avido di ricerca, nel provare le tecniche più diverse e nello scegliere cosa converrà meglio all'espressione della sua immaginazione, nell'inventare il linguaggio contemporaneamente al discorso, sa essere convincente senza alterare la seduzione. Il ciclo cateriniano è solo un periodo, ma quale periodo! in un'opera fatta di composizioni accattivanti dove si mescolano surrealismo e fantastico, personaggi tormentati, paesaggi toscani rasserenanti, gladiatori feroci, tori implacabili, rivoluzionari impietosi. E poi, nascono qua e là dei fiori gracili, spuntati da un vaso contorto oppure, in un fascio serrato, scoppiano dei girasoli, omaggio palese a Van Gogh, che ricordano, per caso, che Toscana e Provenza sono sorelle, che si nutrono della stessa arte di vivere e soprattutto per i pittori, della stessa luce.

Sia nel campo della pittura tradizionale che nell'utilizzazione dell'encausto, tecnica venuta da tempi perduti, o nell'arte della litografia, o nella pittura su seta, che gli ha permesso di realizzare un Palio capace di riconciliare i senesi con l'idea stessa che essi hanno di quest'opera emblematica della loro tradizione di festa, Enzo Santini ha sempre operato con ardente passione. A proposito della cultura, è stato detto che, sola, essa resta quando si è dimenticato tutto. La passione, l'emozione, espressioni del talento, sono comparabili. Dell'artista riceviamo e percepiamo solo loro, ignorando troppo spesso la pazienza, l'ardore, le lotte, le lacerazioni, le incomprensioni impiegati per farle finalmente emergere. Il lungo cammino di Enzo Santini è stato segnato, incessantemente, da prove di questo genere. E' forse simbolico che Caterina da Siena, sua concittadina di sei secoli fa, sua compagna lungo tutti questi ultimi anni, sia l'incontestabile rivelatrice di un'opera segnata da tanto lavoro, tanto talento e tanto amore.