Nanni Guiso

Nanni Guiso

scrittore

NUDA E CRUDA

Le estasi pittoriche di Santa Caterina ritraendola nel matrimonio mistico nel ricevere le stigmate, nel frequente trastullarsi con il Crocifisso, nel suo ricorrente flagellarsi, con il volto atteggiato a goduria, mi hanno sempre proposto un personaggio sfinito da una conflittualità debordante. Mi è stato dunque difficile capire nella sua complessa interezza la statura morale e storica di questa tormentata Santa approssimativamente accennata su tele e tavole, seviziata dalla crudeltà grandguignolesca degli uomini che ne hanno relegato la testa a Siena e il corpo a Roma inusitatamente appartenenti a due diverse proprietà. La sua risoluta preferenza per la corona di spine, le struggenti e scomode meditazioni, il suo imperioso grido: "A Roma, a Roma!", caparbio come "A Mosca, a Mosca!" delle tre insoddisfatte sorelle, mi hanno sempre impedito di fraternizzare con una Caterina Benincasa assetata del sangue di Cristo e che sceglie un repellente teschio come suppellettile preferita, sul suo scrittoio.

Ecco perché, pur nella sua cruda nudità, la Santa Caterina di Enzo Santini mi risulta più probabile. La sua monumentalità inquietante, iceberg ormeggiato in uno spazio inventato, trascende la realtà canonica trasformandola in una invenzione arcaica, sospesa in turchini spazi interstellari. La descrizione della storia di Caterina che Enzo Santini ha liberato da una iconografia celebrativa e retorica, rivela nella "Contemplazione della Croce", con raggiante chiarezza, l'occasionale contatto della Santa con un mondo sublimato tra l'umano e il divino.